Emolumenti extra all’authority di Civitavecchia: nessun addebito a di Majo e Macii

Emolumenti extra all’authority di Civitavecchia: nessun addebito a di Majo e Macii

La Corte dei Conti ha respinto le richieste di risarcimento formulate dalla Procura contabile, chiarendo che ex Presidente ed ex Segretario Generale non erano responsabili delle pratiche indebite
17 GENNAIO 2024 ALLE ORE 12:19

“Con non poca soddisfazione prendiamo atto che la Corte, entrando nel merito della vicenda e superando anche la questione riguardante l’intervenuta prescrizione, ha affermato l’assoluta legittimità del comportamento del mio assistito che è stato sempre improntato alla totale trasparenza e volto alla più ampia tutela degli interessi pubblici ed in particolare dell’Autorità Portuale”.

Così Giuseppe Lepore, l’avvocato dell’ex Presidente dell’authority di Civitavecchia Francesco Maria di Majo, ha commentato la recente sentenza dalla Sezione Giurisdizionale per la Regione Lazio della Corte dei Conti, che ha posto fine – ovviamente con esito positivo per il diretto interessato e per Roberta Macii, Segretario Generale dell’ente portuale laziale all’epoca dei fatti – all’inchiesta della Procura contabile regionale del Lazio relativa ad emolumenti ritenuti eccessivi e non giustificati concessi per diversi anni ad alcuni dirigenti dell’Autorità di Sistema Portuale.

Al termine dell’indagine scaturita a valle di un’ispezione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti datata 30 maggio 2019, la Procura regionale del Lazio aveva chiesto la condanna (con l’AdSP nella sua attuale gestione che si era costituita in giudizio per sostenere le ragioni del Pubblico Ministero chiedendo l’accoglimento della domanda della Procura contabile) di di Majo e Macii al pagamento di quasi 50.000 euro, come compensazione del – presunto – danno erariale causato dall’erogazione di emolumenti integrativi ad personam.

I giudici però hanno respinto in toto la richiesta della Procura contabile, poiché a loro giudizio “entrambi i convenuti hanno posto in essere un contegno attivo che non si reputa possa integrare un’ipotesi di colpa grave”.

Per quanto riguarda nello specifico di Majo, nelle motivazioni si precisa che “l’incarico di Presidente dell’Autorità del Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale Porto di Civitavecchia” era stato assunto “quando le attribuzioni ad personam ritenute dal requirente illegittime erano già in essere da tempo” e si aggiunge che, “in ogni caso, non rientrava nelle funzioni del Presidente dell’ente un controllo specifico delle singole posizioni retributive del personale, anche tenuto conto che quelle in contestazione sono state solo tre”. 

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