GLI EROI SILENZIOSI: Rosaria Marino

GLI EROI SILENZIOSI: Rosaria Marino

Le interviste del Direttore Responsabile della rivista AS FINANZA avv. Giuseppe Lepore a coloro che hanno consentito al nostro Paese di sostenersi nel periodo di lockdown.

Dott.ssa Rosaria Marino – Dirigente ASL ROMA 1

Gentile Dottoressa, quand’è che siete stati informati della grave situazione sanitaria relativa al coronavirus?

Siamo stati informati come tutti i cittadini, quando i contagi erano già in corso in Italia ed il Governo stava assumendo i provvedimenti. Durante l’epidemia in Cina credo che tutti abbiano considerato il Covid–19 con eccessiva benevolenza.

Avevate già dei protocolli per affrontare l’emergenza o avete dovuto realizzare ex novo dei piani di intervento?

Dovrebbero esistere dei protocolli nazionali e regionali per le situazioni di calamità, in modo che l’organizzazione ed i comportamenti delle strutture partano in modo automatico. In realtà tutto è stato realizzato in corso d’opera a seguito di incontri e riunioni, e questo significa che seppure vi fosse stato un protocollo non è stato utilizzato e le procedure sono state create sul momento.

Secondo Lei, il Sistema Sanitario Nazionale è riuscito a dare una risposta adeguata alla grave emergenza sanitaria creata dal virus?

E’ una risposta difficile. Deve essere chiaro che, non conoscendo questo virus ed i suoi effetti, non era facile intervenire anche con terapie che evitassero ai pazienti di dover ricorrere alle terapie intensive. Personalmente credo che il territorio dovesse fare di più. Sicuramente i provvedimenti del Governo di distanziamento sociale sono stati decisivi, ma hanno comportato anche che le cure non indifferibili siano state sospese, e vi è stata una forte riduzione dell’assistenza territoriale, quindi non possiamo essere certi che ciò non abbia procurato dei danni favorendo il decorso del virus. E’ noto che spesso i virus scompensino altre patologie come il diabete e le cardiopatie, in genere tenute sotto controllo dai medici di famiglia e dai distretti che, per varie ragioni, non sono stati sempre presenti. Forse molti ricoveri nelle terapie intensive potevano essere prevenuti da una assistenza efficiente sul territorio.

Ma un’emergenza legata ad una pandemia virale era davvero inaspettata ed imprevedibile?

Una pandemia virale è imprevedibile ma non è inaspettata perché parte da uno o più focolai ben determinati. Nel caso del Covid-19 le informazioni indubbiamente sono arrivate in ritardo ma il focolaio cinese avrebbe dovuto preparare tutti ad una possibile diffusione del virus.

Secondo Lei il S.S.N., in futuro, trarrà dei vantaggi organizzativi dalla drammatica esperienza vissuta in questi giorni?

Dovrebbe, ma sarà così solo se si avrà il coraggio di valutare i fatti senza prevenzioni ideologiche. In questi anni si è molto investito sul territorio a danno degli ospedali e nulla si è fatto sull’assistenza domiciliare. Questa pandemia ci ha dimostrato che il virus si combatte negli ospedali e si gestisce e controlla a domicilio, trarre le conseguenze è facile. La politica, tuttavia, non è pragmatica e spesso nella realtà cerca l’affermazione ideologica piuttosto che scegliere ciò che è più efficace ed efficiente per la salute della popolazione. Credo anche sia emerso con chiarezza che la modifica del titolo quinto della Costituzione che ha reso le regioni concorrenti in materia di sanità, sia stato un grande errore e che temi delicati come la salute pubblica dovrebbero essere trattati dal Governo come un unico soggetto, evitando così tanta confusione che in emergenza produce effetti gravissimi.

Di Avv. Giuseppe Lepore,

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